Epica GRV

Epica GRV è un progetto di gioco di ruolo dal vivo dell'associazione a promozione sociale Epica.

Un altro Maledetto Concilio

ARSALON – PALAZZO REALE
“…e questo fondamentalmente è ciò che ha riportato il giudice Eril.”
“D’accordo Nellin” disse Re Taolen Miradar III “fa sì che la richiesta della Norma venga distribuita ufficialmente. Aggiungi alle dichiarazioni settimanali nelle città che ogni persona che può testimoniare qualcosa su Ilian Barroth si presenti dove indicato.”
“Si Maestà” rispose il consigliere reale, e si affrettò a firmare un ordine e ad apporvi il sigillo reale.
Il Re si avvicinò lentamente al suo tavolo, lasciando scivolare un nuovo foglio davanti a lui. Il consigliere lo guardò, ma Taolen non disse niente. Prese allora la pergamena e la lesse velocemente. Il suo sguardo si posò dubbioso sulla figura del sovrano dell’Ardan.
“Un concilio?”
Re Taolen annuì debolmente, voltandosi per guardare fuori dalla finestra.
“Vostra Maestà sapete com’è andato l’ultimo, non è stata dichiarata una guerra per un soffio”. Nellin Zeni, consigliere reale, non si era reso conto di star accartocciando tra le mani un’importante missiva preso com’era dalla preoccupazione.
“Lo ricordo Nellin, lo ricordo bene. 
Ma le cose stanno diventando sempre più grandi. Quando avevamo iniziato a pensare di averci capito qualcosa, ecco che questa nuova rivelazione ci piomba addosso, pronta a sconvolgere tutto.”
Nellin ridistese la pergamena che aveva tra le sue mani, il resoconto dell’ultima festa delle Gilde.
“Non è una cosa che posso decidere da solo, non è una cosa che possiamo decidere da soli. Riguarda tutti, sarebbe…” il re guardò il consigliere dritto negli occhi, in maniera triste “…ingiusto.”
Nellin inspirò profondamente, cercando di calmarsi. Si avvicinò al re, parlando con tono più dolce. “A volte mi chiedo come fai Taolen, a non perdere di vista i tuoi ideali nonostante tutto.”
Ci fu un attimo di silenzio, il re increspò le labbra. “Mi voglio fidare di loro.”
“Di loro?” chiese Nellin.
“Gli Eroi. Sono stati loro a proporlo. Voglio che tutti siano riuniti, voglio che tutti capiscano, che ogni segreto venga messo sul tavolo per poter essere esaminato, voglio dire basta a ogni interesse parallelo che distrugge il bene di tutti, voglio soltanto la…” si interruppe di colpo, mordendosi il labbro inferiore. Non c’era bisogno che finisse la frase, la pesantezza di quella parola era già presente nella stanza. Non permetteva di essere dimenticata, mai, anche quando non si parlava di lei. Si insinuava nel più innocente dei discorsi o nella più seria delle declamazioni, stravolgeva il senso delle parole per prenderne possesso.  La Verità si faceva sempre ricordare.
Nellin poggiò una mano sulla spalla del Re. “Ignorala Taolen, non ci ha tolto tutto. Non permetterle di decidere per te i tuoi pensieri.”
Taolen fece un passo avanti, facendo scivolare via la mano dell’amico dalla spalla e andando a guardare la città, oltre la finestra. 
Nellin assunse nuovamente un tono più serio “Manderò le missive oggi stesso, gli ambasciatori…”
“No Nellin” lo interruppe il Re “niente ambasciatori.”
“Ma gli altri Regni devono essere informati.”
Il Re si voltò verso di lui “Scrivi le missive e consegnale ai messaggeri più veloci dell’Ardan.
Gli ambasciatori non saranno sufficienti questa volta.”

La porta si spalancò di botto. Un uomo di corte arrivò trafelato, quasi inciampando sulla sua tunica.
“Vostra Maestà! Consigliere! Un messaggio.” L’uomo stringeva in mano l’ennesima pergamena, ansimando.
“Un messaggio dall’Anguemar.”

ANGUEMAR – MASSI ARCIGNI
Un manipolo di Avvàr si era raggruppato all’ingresso della grotta. Erano coperti di pellicce per coprirsi dalla neve che ormai da settimane aveva iniziato a imbiancare le vette del Regno. Il freddo era pungente, nonostante il rivolo del fiume di magma incandescente che scorreva poco distante, tingendo la notte di luce scarlatta. Gli uomini e le donne sembravano irrequieti, in attesa.
Una figura stava nella penombra della grotta. Del volto semicoperto si vedeva solo la bocca, contornata di venature rosse e con denti aguzzi.
Uno degli Avvàr fece un passo avanti, esclamando con voce possente “Sei tu che ci hai chiamati?”
La domanda sembrava essere la stessa che tutti gli altri volevano fare. Fece eco un paio di volte tra le montagne prima di ricevere risposta.
“Chiamati? Forse sì…” la voce dell’uomo in ombra era pacata ma decisa “…e devo dire che è eccezionale che mi abbiate sentito.”
Il gruppo sembrava ancora più confuso. L’Avvàr che aveva fatto un passo avanti parlò di nuovo.
“Chi sei?”
La figura fece un passo indietro, e scomparve nel buio della caverna. Un attimo dopo, uno scintillio rossastro le apparve al collo: una gemma rossa che ne rivelò i tratti demoniaci.
“Sono il vostro Eccelso.”